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  • Tra identità e movimento

    Percorrendo le nostre città capita di imboccare strade che hanno il nome di alcune date: XX settembre e XI febbraio, ad esempio.
    Entrambe si riferiscono a episodi che hanno segnato il rapporto tra lo Stato italiano e la Chiesa cattolica.
    Il venti settembre 1870 i bersaglieri entrarono in Roma attraverso Porta Pia ponendo fine allo Stato pontificio.
    Il passaggio dei soldati italiani aprì uno squarcio politico e diplomatico che si ricompose solo 59 anni dopo. L’11 febbraio 1929 lo Stato italiano e la Chiesa cattolica stipularono i Patti lateranensi. A seguito di essi, la Chiesa cattolica riconobbe l’esistenza di uno Stato italiano ed accantonò definitivamente ogni pretesa giuridica sul territorio di Roma. I Patti lateranensi si componevano di un Trattato, con il quale si definivano i reciproci rapporti sul piano del diritto internazionale tra lo Stato italiano e la Santa Sede, e di un Concordato, riguardante la disciplina dei rapporti tra lo Stato e la confessione cattolica.
    I Patti lateranensi vennero accolti nella Costituzione all’articolo 7 che regola i rapporti tra lo Stato e la Chiesa.
    La sostanziale incompatibilità di numerose disposizioni dei Patti lateranensi con i principi fondamentali della Costituzione repubblicana comportò la necessità di una loro revisione e l’avvio di una lunga trattativa con la Santa Sede, sfociata nella stipulazione degli Accordi di Villa Madama, firmati il 18 febbraio 1984. Il nuovo Accordo, mentre abolisce una serie di privilegi della Chiesa cattolica incompatibili con uno Stato laico e pluralista (ad esempio, non viene più riprodotta la previsione della religione cattolica come «sola religione dello Stato»), ne garantisce, nello stesso tempo, gli spazi di libertà (ad esempio, in ambito scolastico).
    Una settimana dopo il Governo concluse un accordo anche con i Valdesi e i Metodisti, il primo nella storia italiana con una confessione non cattolica.

    Ricorrendo in questi giorni il novantaduesimo anniversario dei Patti lateranensi e il trentasettesimo anniversario degli Accordi di Villa Madama, abbiamo rivolto tre domande al Professor Marco Ventura che a questi temi ha dedicato il volume Creduli e credenti. Il declino di Stato e Chiesa come questione di fede (Einaudi).
    In particolare, ci siamo voluti soffermare sui processi sociali che via via nel tempo hanno ridisegnato i rapporti tra gli italiani e la Chiesa e che hanno segnato il percorso di revisione dei Patti lateranensi.

    Scrive Marco Ventura: “Il credo della maggioranza nel 1984 non era identità ma movimento. Perché il cattolicesimo era ancora forte dell’entusiasmo conciliare, perché cambiamento e modernità facevano meno paura, perché la diversità prometteva futuro”.
    Gli Accordi del 1984 riconobbero la libera competizione delle idee e il pluralismo sociale. Scegliere il proprio destino di individui e di popolo, senza ipoteche. Questa era la svolta che sancivano: scegliere la propria fede, scegliere un’Italia plurale, aperta. Quella promessa è stata mantenuta?

    Marco Ventura è ordinario di Diritto ecclesiastico all’Università di Siena. Ha trascorso periodi d’insegnamento e di ricerca in molte Università straniere. Dal 2012 al 2015 è stato professore presso la Facoltà di Diritto canonico dell’Università cattolica di Lovanio dove ha diretto il Master in Society, Law and Religion. Dal 2013 al 2015 è stato in Vietnam come esperto nel dialogo strategico tra Unione europea e governo vietnamita.
    È ricercatore associato del centro Droit, Religion, Entreprise et Societé (DRES) dell’Università di Strasburgo e del CNR francese (CNRS). È membro dell’European Consortium for Church and State Research. È membro di vari comitati scientifici e editoriali, tra cui l’Editorial Board dell’Ecclesiastical Law Journal (Cambridge University Press).
    I suoi interessi di ricerca includono il Diritto ecclesiastico e il Diritto canonico, le relazioni tra Stati, chiese e gruppi religiosi, il diritto delle religioni, la libertà religiosa e la laicità, il diritto comparato delle religioni, la bioetica e il biodiritto.

    Il Professor Ventura collabora con il Corriere della Sera.