IL GIORNO DOPO IL GIORNO DELLA MEMORIA

IL GIORNO DOPO IL GIORNO DELLA MEMORIA

di Federico Gilardi -
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Secondo Abraham Yehoshua troppa memoria può essere, talvolta, una trappola.

Sostiene David Grossman che è necessario ricordare il futuro oltre che il passato.

Ha scritto Jonathan Safran Foer che tutti gli uomini hanno cinque sensi, me gli ebrei ne hanno sei. Quello in più è la memoria.

In occasione del Giorno della Memoria, istituito vent’anni fa, abbiamo chiesto a Miriam Camerini, saggista, regista e attrice teatrale, ebrea della nuova generazione che cosa significa oggi ricordare la Shoah.

  

Il Giorno della Memoria

Nato dall’esigenza di far riflettere le società europee, il Giorno della Memoria fu istituito in Italia con una legge approvata dal Parlamento nel 2000 (Legge 20 luglio 2000 n. 211), cinque anni prima che l’Assemblea delle Nazioni Unite stabilisse per il 27 gennaio una giornata di commemorazione per le vittime della Shoah. La scelta della data cadde sulla ricorrenza della liberazione del campo di Auschwitz-Birkenau da parte delle truppe dell’Armata Rossa, avvenuta il 27 gennaio 1945.

Tuttavia, il 27 gennaio non sarebbe entrato nel calendario civile di tutti i Paesi. Infatti, ogni Paese, a sua discrezione, avrebbe collegato ad una data d’importanza nazionale la propria memoria del genocidio. L’Italia preferì il 27 gennaio, scartando altre date come, ad esempio, il 16 ottobre, giorno del rastrellamento del ghetto di Roma.

  

Miriam Camerini

Nata a Gerusalemme nel 1983 e cresciuta a Milano, Miriam Camerini si è laureata in Lettere moderne alla Statale. Ha studiato Bibbia e Letteratura rabbinica presso l’Istituto Pardes di Gerusalemme. All’Università ebraica della stessa città ha frequentato un master in studi teatrali.

Attualmente è iscritta all’Istituto Har’el di Gerusalemme, uno tra i primi a conferire l’ordinazione rabbinica alle donne nel mondo ebraico ortodosso.

È saggista, regista e attrice teatrale.

  

Per approfondire

David Bidussa, Dopo l’ultimo testimone, Torino, Einaudi, 2009.

Raffaele Mantegazza, Nessuna notte è infinita, Riflessioni e strategie per educare dopo Aushwitz, Milano, Franco Angeli, 2013.

Walter Barberis, Storia senza perdono, Torino, Einaudi, 2019.

Valentina Pisanty, I guardiani della memoria, Milano, Bompiani, 2020

Adriano Prosperi, Un tempo senza storia, Torino, Einaudi, 2021

 la Lettura, #478, Domenica 24 gennaio 2021